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Le infezioni ricorrenti rappresentano un quadro clinico frequente in età pediatrica con interessamento prevalente a carico delle prime vie aeree.
Questa situazione si manifesta, solitamente, in età prescolare, in coincidenza della prima socializzazione del bambino con l’ingresso alla scuola materna.
Benché si tratti di una patologia benigna destinata ad evolvere favorevolmente verso i 12 anni, essa interferisce notevolmente sulla condizione di benessere del bambino e determina importanti costi medico sociali.
Il quadro delle infezioni respiratorie ricorrenti è costituito da una serie di episodi acuti a carico di un settore definito (orecchio, faringe, tonsille ecc) o di volta in volta rivolto a settori diversi.
Il gruppo di studio d’Immunologia della Società Italiana di Pediatria ha fissato come criteri per definire un bambino affetto da infezioni respiratorie ricorrenti le seguenti condizioni:
Differenti studi hanno dimostrato che l’incidenza delle infezioni respiratorie è massima nei primi due anni di vita (fini a 6-7 episodi per anno) diminuendo con la crescita
I quadri clinici di presentazione della malattia possono essere differenti:
La maggior parte di queste infezioni sono di origine virale (rhinovirus, virus parainfluenzali, virus respiratorio sinciziale).
Le meno frequenti sono di natura batterica (pneumococco, emofilo).
L’attecchimento di virus respiratori è in particolare favorito dall’esposizione a fattori ambientali o genetici i quali permettono il mantenersi di una situazione di infiammazione minima persistente favorendo così l’attecchimento di virus respiratori che a loro volta determinano una vera e propria infezione delle vie aeree.
Fattori favorenti
Può essere responsabile un deficit immunitario?
I bambini con infezioni ricorrenti possono essere classificati in tre categorie:
Nel gruppo dei bambini sani con infezioni ricorrenti dell’albero respiratorio la causa è da identificare nell’immaturità del sistema immunitario.
Questa forma di immaturità è a sua volta legata a tre variabili:
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